Il contratto a tutele crescenti è una forma di contratto di lavoro introdotta in Italia nel 2017 con la riforma del lavoro del governo Gentiloni. Il principio fondamentale di questo tipo di contratto è quello di fornire maggiori tutele ai lavoratori con anzianità di servizio crescente.
In pratica, il contratto a tutele crescenti prevede tre tipi di contratto:
Il contratto a tutele crescenti è stato introdotto con l’obiettivo di favorire l’occupazione, soprattutto per i giovani e le donne, e di ridurre la precarietà del lavoro in Italia. Tuttavia, la sua efficacia è stata messa in discussione da molti esperti del settore, in quanto la sua attuazione è stata accompagnata da un aumento dei costi per le imprese e da una maggiore complessità nella gestione del personale.
Inoltre, l’effetto sull’occupazione è stato considerato limitato, in quanto le imprese continuano a preferire i contratti a tempo determinato per evitare i costi e le complessità legate ai contratti a tutele crescenti.
In generale, il contratto a tutele crescenti rappresenta una misura di politica del lavoro ambiziosa, ma la sua efficacia effettiva rimane ancora da valutare. Ciò che è certo è che per ottenere un effettivo miglioramento del mercato del lavoro, servono misure più incisive e strutturali, come ad esempio la formazione continua, l’investimento in ricerca e sviluppo, e la riduzione delle tasse per le imprese.