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Il Contratto a Tutele Crescenti

Il Contratto a tutele crescenti come forma di rapporto di lavoro subordinato

 

Il contratto a tutele crescenti è una forma di contratto di lavoro introdotta in Italia nel 2017 con la riforma del lavoro del governo Gentiloni. Il principio fondamentale di questo tipo di contratto è quello di fornire maggiori tutele ai lavoratori con anzianità di servizio crescente.

In pratica, il contratto a tutele crescenti prevede tre tipi di contratto:

  1. Contratto a tempo determinato: è il contratto più precario, adatto per i lavoratori alle prime armi o per quelle attività stagionali. Non prevede alcuna tutela in caso di licenziamento.
  2. Contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti: è il contratto più stabile e prevede maggiori tutele per i lavoratori con anzianità di servizio crescente. In caso di licenziamento, i lavoratori con anzianità di servizio inferiore ai 6 mesi non hanno alcuna tutela, mentre quelli con anzianità di servizio superiore ai 6 mesi possono chiedere un’indennità di licenziamento.
  3. Contratto di espansione: è un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, ma con la possibilità di inserire clausole specifiche per incentivare l’occupazione giovanile e femminile.

Il contratto a tutele crescenti è stato introdotto con l’obiettivo di favorire l’occupazione, soprattutto per i giovani e le donne, e di ridurre la precarietà del lavoro in Italia. Tuttavia, la sua efficacia è stata messa in discussione da molti esperti del settore, in quanto la sua attuazione è stata accompagnata da un aumento dei costi per le imprese e da una maggiore complessità nella gestione del personale.

il contratto a tutele crescenti

Inoltre, l’effetto sull’occupazione è stato considerato limitato, in quanto le imprese continuano a preferire i contratti a tempo determinato per evitare i costi e le complessità legate ai contratti a tutele crescenti.

In generale, il contratto a tutele crescenti rappresenta una misura di politica del lavoro ambiziosa, ma la sua efficacia effettiva rimane ancora da valutare. Ciò che è certo è che per ottenere un effettivo miglioramento del mercato del lavoro, servono misure più incisive e strutturali, come ad esempio la formazione continua, l’investimento in ricerca e sviluppo, e la riduzione delle tasse per le imprese.